Marte, la colonizzazione passa anche per il cibo | Pronto quello da avere sempre a portata di mano

Marte e cibo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Tra serra spaziale e innovazione alimentare, spunta un ingrediente da non lasciare mai a terra che potrebbe rivoluzionare il settore.
Pensare allo spazio, di solito, fa venire in mente razzi, tute bianche e silenzi cosmici. Ma ormai, più che al decollo, si guarda sempre di più a come vivere una volta arrivati lassù. E una delle domande fondamentali è: cosa mangeremo? Sì, perché non si può campare per mesi (o anni?) solo con barrette energetiche e cibi liofilizzati.
In realtà, il cibo nello spazio è diventato un tema caldo, anzi, fondamentale. E non solo per una questione di calorie. Chi andrà su Marte o sulla Luna dovrà nutrirsi in modo sostenibile, autonomo e salutare. Portarsi dietro tutta la spesa non è pratico né possibile. Quindi, tocca imparare a coltivare direttamente fuori dalla Terra.
Da tempo ci si sta lavorando: esperimenti, serre in orbita, piantine che fluttuano in microgravità. Sembra fantascienza, ma non lo è. Anzi, è una delle sfide più serie per le future missioni spaziali. E non è solo una questione tecnica. Coltivare cibo fresco, annusarlo, toccarlo, vedere qualcosa che cresce: tutto questo aiuta anche a sentirsi più… umani. Anche a milioni di chilometri da casa.
E tra tutte le colture immaginate, ce n’è una che — scusa il gioco di parole — sta spuntando adesso, e che potrebbe fare la differenza. Un cibo che non solo cresce in fretta, ma che ha anche una valanga di benefici nutrizionali. Ed è pure buono.
Se funziona, li mangeremo anche su Marte
Ora, se tutto filerà liscio e cresceranno come sperato, potrebbero diventare parte fissa della dieta spaziale. Una fonte nutriente, facile da coltivare e anche piuttosto versatile. Quando la missione rientrerà, FOODiQ analizzerà questo cibo spaziale per capire se — e quanto — siano diversi da quelli rimasti giù in Florida.
Questo esperimento, per quanto piccolo, ha il potenziale per cambiare le regole del gioco. La NASA considera il cibo uno dei punti chiave per colonizzare altri pianeti, e se questo riesce a crescere in orbita, chissà dove riusciremo a farlo crescere domani.

Dal cibo in bustina alla mini-serra orbitale
Tutto parte dall’Australia, dove un’azienda che si chiama FOODiQ Global ha deciso di provarci per davvero: far crescere funghi ostrica nello spazio. Il test si farà a bordo di una missione SpaceX — si chiama Fram2 — in partenza ad aprile. Il protagonista dell’esperimento sarà Eric Philips, un tipo tosto che documenterà tutto direttamente lassù.
La cosa interessante è che i funghi non sono una scelta casuale. Come ha spiegato la CEO di FOODiQ, Flávia Fayet-Moore, sono perfetti: crescono velocemente, si possono mangiare crudi e sono pieni zeppi di roba buona — vitamina D, potassio, selenio, rame… praticamente un multivitaminico vivente. E poi non chiedono molto: niente fertilizzanti speciali, poca acqua, niente pretese. Crescono quasi da soli, e raddoppiano di volume ogni giorno. Roba da record.