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In Sardegna non c’è solo mare | Prenota una vacanza fatata: ti ritrovi dinanzi alle case in pietra dalle mille leggende

Sardegna

Le bellezze della Sardegna (Canva-Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Una Regione ricca di storia e di misteri ancora irrisolti. Per gli appassionati, una visita in quest’Isola non può assolutamente mancare

La Sardegna è sicuramente una delle regioni italiane che può vantare a proprio favore uno dei migliori paesaggi marittimi dell’intero Mediterraneo. A rendere le coste isolane così rinomate, ci sono delle caratteristiche uniche.

A partire dalle acque limpide e trasparenti, che in determinati tratti somigliano in tutto e per tutto alle spiagge tropicali dei Caraibi o delle Maldive, anche grazie alla ricchezza delle biodiversità marittime presenti.

Ad impreziosire gli straordinari colori ci sono i fondali sabbiosi e rocciosi, che rendono lo scenario ideale sia per la pratica di attività quali immersioni o snorkeling, ma soprattutto per godere di un bagno in una cornice estremamente suggestiva.

Tra le zone maggiormente visitate dai turisti di tutto il mondo emergono sicuramente la Costa Smeralda e le sue esclusivissime mete, tra le quali Porto Cervo, sita nel nord-est della Regione, ma anche le isole di Caprera, San’t Antioco e La Maddalena.

Una ricchezza invidiabile, oltre il lato balneare

Ma la Sardegna è molto più del comunque paradisiaco mare. Storie antichissime e leggende sono tra gli aspetti peculiari di quest’isola plurisecolare, che soprattutto nelle zone più rurali e selvagge continua a conservare con cura misteri e mitologie risalenti ai tempi antichissimi. Per i più appassionati è impossibile perdersi una visita presso le Domus de Janas, le case delle fate. Infatti, la leggenda narra che le Janas, per l’appunto un gruppo di fate, abitassero all’interno di cunicoli e ambienti scavati direttamente all’interno della pietra: la mitologia si intreccia inevitabilmente con la mano umana, delle popolazioni che abitarono l’isola nei millenni precedenti.

Le Domus de Janas, che possono ancora oggi essere visitate, anche internamente, sono in realtà delle tombe scavate più di 5.000 anni a dietro da civiltà pre-nuragiche, capaci di creare delle così tanto suggestive opere unicamente mediante l’impiego di picconi in pietra. Delle necropoli vere e proprie, che si affacciano su costoni rocciosi, che venivano lavorate per tempi estremamente prolungati. Al loro interno era possibile incontrare focolari, colonne con incisioni e disegni, oltre alla peculiarità maggiore di questi ambienti funerari: una falsa porta, che testimoniava il passaggio dalla vita terrena all’aldilà. E non esiste un unico sito dove sarà possibile entrarvi in contatto, perché l’intera Regione ospita più di 3.500 di queste testimonianze dell’antico modo di vivere.

Domus de Janas
La meraviglia delle Domus de Janas (Regione Sardegna foto) – www.aerospacecue.it

Gli elementi caratterizzanti di queste realizzazioni

Migliaia, come detto, ma solo alcune di queste (circa un paio di centinaia) risultano essere ancora oggi ricche dei particolari che le hanno contraddistinte nei periodi storici in cui venivano effettivamente utilizzate. E’ possibile ammirarne gli interni e le decorazioni incise o dipinte, conservate nella maniera più esemplare possibile, facendone risaltare i motivi geometrici e le rappresentazioni di scene evocative, che includono animali simbolici, a voler sottolineare il significato di protezione e rinascita che simili ambienti avevano il potere di infondere. E pensate che molti di queste rappresentazioni non sono ancora state del tutto comprese da parte degli studiosi, a distanza di millenni.

Tra i siti più suggestivi, che saranno immediatamente in grado di infondere quel senso di silenzio e di sacralità che contraddistinguono questi luoghi, c’è sicuramente Montessu, che si trova immerso nel cuore del Sulcis. In questa destinazione sarà possibile ammirare una sorta di anfiteatro delineato dalle rocce, che ospita all’interno del suo circondario addirittura 35 Domus de Janas, la cui datazione viene fatta risalire addirittura al III millennio a.C., conservanti a meraviglia, ancora al proprio interno, disegni che presentano forme a spirale, simboli dell’eternità. A riportarlo è il sito PaesiOnline.