La NASA non vuole perdere più tempo | Bisogna tornare sulla Luna e farlo il prima possibile: obiettivo fregarli tutti sul tempo

Illustrazione di un razzo verso la Luna (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Gli Stati Uniti vogliono anticipare tutti: la Luna torna al centro di una sfida globale sempre più serrata e strategica.
Da sempre la Luna ci guarda dall’alto, silenziosa. E noi, dal basso, non abbiamo mai smesso di guardarla. Solo che adesso, quello sguardo non è più solo romantico o scientifico: è strategico. Sta diventando una corsa, vera e propria. E non per piantare una bandiera come nel ’69. Stavolta c’è in ballo molto di più.
Il panorama sta cambiando in fretta. Dove prima c’erano solo USA e URSS, ora si fanno largo nuovi protagonisti. E non sono solo le agenzie governative a spingere: anche le compagnie private vogliono il loro posto al tavolo. Il tempo, a questo punto, vale oro. Anzi, vale Luna. Chi ci arriva prima, detta le regole del gioco.
E no, non è solo una questione di orgoglio nazionale. Tornare sulla Luna oggi significa mettere piede su un territorio che, in futuro, potrebbe offrire risorse utili, posizioni chiave e dati cruciali. Il tutto mentre si sperimenta roba avanzata, che un giorno servirà per spingersi ancora più lontano. Tipo Marte, per capirci. Ogni missione, insomma, è un piccolo test generale per ciò che verrà.
Nel frattempo, alcuni si muovono sottotraccia, altri preferiscono fare tutto alla luce del Sole. Ma correre non basta: servono garanzie, tecnologia sicura, persone pronte e strumenti affidabili. Una missione può anche partire prima, certo, ma se qualcosa va storto… beh, il prezzo da pagare è alto. Altissimo.
Una scelta che cambia ritmo
Ecco perché fa rumore la decisione della NASA di spingere sull’acceleratore. Come riporta Avvenire, l’idea è anticipare la missione Artemis II, magari già a febbraio. Prima era prevista per il 2026, verso aprile, ma ora si parla di accorciare i tempi. Il tutto annunciato al Johnson Space Center di Houston, dove è stato chiarito che l’obiettivo è riprendere la leadership nello spazio, e anche un po’ il rispetto, forse.
Lakiesha Hawkins, che ha un ruolo di spicco all’interno della NASA, ha detto che sì, la situazione internazionale pesa, ma la sicurezza dell’equipaggio resta il punto fermo. Se tutto fila liscio coi test, allora si parte. Anzi, si vola. E si fa sul serio. Ma nel frattempo, gli altri non saranno spettatori inermi.
Gli altri non stanno a guardare
Il punto è che gli americani non sono gli unici a muoversi. La Cina ha messo il turbo, la Russia lavora in silenzio ma con costanza, facendo esperimenti anche piuttosto particolari: tipo test su farmaci anti-radiazioni, direttamente nello spazio. Tutto fa pensare che anche loro puntino alla Luna, e non per una visita di cortesia.
Questa nuova spinta americana nasce proprio da lì, da una sorta di pressing globale. Per questo la NASA vuole tornare in pista, con Artemis II prima, e con Artemis III dopo. Il messaggio è chiaro: stavolta vogliono arrivarci per primi, senza lasciare spazio a sorprese.