Scoperto un nuovo Pianeta | Rivoluziona tutte le teorie consolidate: fa parte del nostro Sistema Solare

I pianeti del sistema solare (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un oggetto misterioso ai confini del Sistema Solare riapre il dibattito sull’esistenza di corpi celesti nascosti e particolari.
Quando si parla di spazio, si pensa spesso a qualcosa di immenso, immutabile. Ma in realtà, l’universo è tutto tranne che statico. Ogni tanto succede che una scoperta arrivi così inaspettata da mandare in crisi certezze che sembravano scolpite nella pietra. Gli astronomi lo sanno bene: basta un’anomalia, una traiettoria un po’ fuori posto, per far crollare teorie intere e costringere tutti a rimettere mano ai modelli.
Là fuori, oltre l’orbita di Nettuno, c’è una zona che ancora oggi è avvolta nel mistero. Un’area fredda, buia, quasi dimenticata, popolata da oggetti ghiacciati e lontanissimi, che sfuggono alla vista ma che potrebbero raccontare storie fondamentali sulle origini del nostro sistema. Ogni nuovo oggetto scoperto in quella regione è un indizio, un tassello in più in un puzzle enorme e ancora incompleto.
Alcuni di questi corpi celesti hanno comportamenti che non tornano. Le loro orbite sono strane e non si riesce a spiegarle bene con le leggi della dinamica che conosciamo. Questo ha portato alcuni scienziati a ipotizzare cose piuttosto audaci.
Non è fantascienza, no. Ormai l’idea che nel nostro stesso Sistema Solare ci siano zone ancora del tutto inesplorate sta prendendo sempre più piede. E ogni nuova osservazione fatta con strumenti migliori potrebbe svelare qualcosa che finora ci è completamente sfuggito. La scienza, in fondo, funziona così: non dà mai nulla per definitivo.
Cosa cambia con questa scoperta
La vera stranezza è che la sua orbita non segue lo schema degli altri oggetti trans-nettuniani estremi. Di solito, questi corpi hanno una certa “coerenza” nell’allineamento del loro perielio, che alcuni hanno preso come prova dell’esistenza del fantomatico Pianeta Nove. Ecco, questo invece se ne frega completamente di questo schema, e rompe la fila. Questo mette in crisi un bel po’ di idee che girano da anni.
Secondo lo studio caricato su arXiv, l’oggetto potrebbe non essere solo. Gli autori ipotizzano che ci sia un’intera popolazione di corpi simili, magari con una massa complessiva pari all’1% di quella terrestre, che ancora non abbiamo visto. E questo — beh — cambierebbe un bel po’ le carte in tavola. Un oggetto solo, sì, ma sufficiente per mandare in tilt l’architettura orbitale che pensavamo di conoscere.
Orbite assurde e pianeti in incognito
Proprio in questo scenario pieno di domande arriva 2017 OF201, un oggetto scoperto da un gruppo di ricercatori guidati da Sihao Cheng. Questo potenziale pianeta nano è stato seguito per ben sette anni — sì, sette — con 19 osservazioni diverse, e attualmente si trova a una distanza di circa 90,5 unità astronomiche da noi. Detto in parole povere: è lontanissimo. Ma quello che lo rende davvero curioso è l’orbita.
Quest’oggetto viaggia lungo una traiettoria che si spinge fino alla zona interna della Nube di Oort. Ha un semiasse maggiore di 838 UA, e un punto più vicino al Sole (perielio) che arriva “solo” a 44,9 UA. Secondo le stime, con un’albedo tipica (vabbè, riflettività della superficie) dello 0,15, dovrebbe avere un diametro di circa 700 km, rendendolo il secondo più grande della sua categoria. Ma il punto non è solo la sua dimensione.