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Astronomi di tutto il mondo incantati da questo evento rarissimo | Il telescopio ha catturato il parto di una Luna

Un evento sorprendente

Un evento sorprendente (Canva-Shutterstock foto) - www.aerospacecue.it

Raro a tal punto da apparire come surreale. Anche gli esperti ci hanno messo un po’ a comprenderne origine e caratteristiche

Il fascino dell’astronomia, che spinge tanti studiosi a specializzarsi proprio in questa specifica branca, nonché i più appassionati ad affezionarsi al tema in modo ancor più indissolubile, è inevitabilmente fornito dall’imprevedibilità.

Quel senso di imprevisto che l’osservazione dell’Universo, come poco altro, è in grado di provocare negli occhi di chi osserva. Tra il rilevamento di un nuovo buco nero e di un esopianeta, che rappresentano comunque eventi significativi, ma decisamente più consueti, ecco palesarsi le sorprese.

D’altronde quello che il Cosmo è in grado di offrirci, lo abbiamo ormai capito, non può essere in alcun modo predetto, lasciandoci la possibilità di visionare, proprio davanti ai nostri occhi, anche eventi che si verificano una volta ogni tot secoli o millenni.

Se una volta queste stesse manifestazioni sarebbero state interpretate come segnali divini o profezie, le conoscenze assorbite al giorno d’oggi e le tecnologie che possono essere impiegate nel merito di rilevamenti e studi ci aiutano a comprendere esattamente l’origine delle stesse.

Qualcosa di raramente osservato prima

Uno studio denominato “A Carbon-rich Disk Surrounding a Planetary-mass Companion” illustra la formazione, che sta avvenendo correntemente intorno ad un gigante gassoso, di un satellite, e più precisamente di un enorme disco di polveri, la cui composizione è risultata particolarmente ricca di carbonio. Ci troviamo in un sistema planetario, ovviamente, differente dal nostro, più precisamente nelle circostanze dell’esopianeta CT Cha b, sito a 625 anni luce di distanza da noi.

Questo esopianeta si trova correntemente ad orbitare intorno ad una stella relativamente giovane, che ha avuto origine soli 2 milioni di anni fa, trovandosi ancora nel pieno del suo accrescimento, data la fitta presenza di materiale circumstellare. Il disco di polveri sopracitato, però, è risultato non avere nulla a che fare con il disco di polveri più grande che solitamente si manifesta nel corso dei processi di formazione di pianeti.

Disco di polveri
Disco di polveri (NASA-ESA foto) – www.aerospacecue.it

Si aprono scenari potenzialmente significativi

Le ipotesi immediatamente indicate vorrebbero che tale disco riuscirebbe a garantire la formazione di satelliti naturali, pur trovandoci in un sistema planetario differente dal nostro, in modo del tutto speculare rispetto a quanto accaduto nel corso dell’origine di giganti gassosi quali Saturno o Giove. Sierra Grant del Carnegie Institution for Science ha affermato che vedendo “le prove del disco intorno all’esopianeta compagno, possiamo studiarne la chimica per la prima volta”.

Lo strumento impiegato dagli studiosi corrisponde al Mid-Infrared Instrument del Telescopio Spaziale James Webb, sfruttandone lo spettrografo: lo stesso ha permesso di individuare possibili molecole di benzine, etano, acetilene, acido cianidrico, anidride carbonica e altro ancora. Che possa trattarsi di luoghi favorevoli allo sviluppo della vita? A fornire queste indicazioni è un articolo comparso su HW Upgrade.