NASA, è riuscita a deviare l’asteroide, ma quello che è accaduto nessuno se lo aspettava | Ora è sotto gli occhi di tutti

DART e asteroide (NASA foto) - www.aerospacecue.it
La NASA ha deviato un asteroide con successo, ma l’effetto prolungato dell’impatto ha sorpreso perfino gli scienziati.
Quando si parla di spazio, ci si aspetta sempre qualcosa di spettacolare. Ma alcune missioni, a volte, vanno oltre la semplice meraviglia. Non si tratta solo di esplorare nuovi mondi, ma di capire se possiamo davvero “mettere mano” al cosmo. E quando ci proviamo, le cose non vanno sempre come da copione.
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di difesa planetaria — un concetto che suona un po’ da film di fantascienza, ma che invece è diventato un argomento concreto per agenzie come la NASA. L’idea di poter cambiare la traiettoria di un asteroide per evitare disastri sulla Terra è, sulla carta, rassicurante. Ma la pratica, si sa, tende sempre a… complicarsi.
Certo, c’è dietro tutta la scienza del mondo: simulazioni, modelli precisi, previsioni al millimetro. Ma lo spazio non sempre gioca secondo le nostre regole. Basta una piccola variabile fuori posto, e l’intero scenario può cambiare completamente. È successo più di una volta e, beh, anche stavolta non ha fatto eccezione.
Quando si tocca qualcosa là fuori, spesso si apre il vaso di Pandora. Un dettaglio imprevisto può far crollare una teoria o svelarne una nuova. E in uno degli ultimi esperimenti condotti, proprio quando tutto sembrava andato secondo i piani… qualcosa ha iniziato a non tornare. Letteralmente.
Un piano perfetto, almeno all’inizio
La NASA, con la sua missione DART, aveva fatto centro. Nel vero senso della parola. Una sonda di 600 chili sparata contro Dimorphos, un piccolo asteroide che gira intorno a Didymos, per vedere se fosse possibile cambiare la sua orbita. Il colpo è riuscito: l’orbita si è accorciata di 30 minuti. Tutti soddisfatti. Ma poco dopo, le cose si sono fatte strane.
Nei giorni successivi all’impatto, infatti, gli scienziati hanno notato che l’orbita continuava a ridursi. Non tanto, eh — altri 30 secondi — ma in modo lento e continuo. E nessuno se lo spiegava. Le prime ipotesi? I detriti. Forse il colpo aveva liberato frammenti che, allontanandosi, portavano via un po’ di energia. Ma non era così semplice.
Una teoria ribaltata e una nuova ipotesi sorprendente
Due ricercatori francesi, Harrison Agrusa e Camille Chatenet, hanno fatto i conti, come riporta Tom’s Hardware. E dai loro modelli è venuto fuori che, no, Dimorphos non ha abbastanza massa per espellere definitivamente quei detriti. I frammenti, anche se “lanciati”, prima o poi ricadrebbero. Un po’ come provare a lanciare una palla in aria su un asteroide e vederla tornare indietro. Allora, che succede davvero? La nuova ipotesi è che l’impatto abbia innescato una rotazione irregolare, caotica, dell’asteroide. E che i massi sulla sua superficie abbiano iniziato a sfregarsi tra loro, generando calore e perdendo energia.
Una sorta di frizione cosmica che, lentamente, ha contratto l’orbita ancora di più. Un effetto del tutto inaspettato. Questa svolta cambia parecchie cose. Anche se casi come quello di Dimorphos sono rari, la scoperta potrebbe riscrivere alcune regole fondamentali della difesa planetaria. Non tutto si può prevedere. E anche un esperimento controllato può trasformarsi in una lezione — o forse in un rompicapo — di fisica spaziale.