Il buco nero nato subito dopo il Big Bang sta per esplodere | Gli occhi degli scienziati di tutto il mondo sono puntati su di lui

Illustrazione di un'esplosione in cielo (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Un fenomeno cosmico rarissimo potrebbe presto scuotere la scienza: gli strumenti sono pronti, ma l’esito resta incerto.
Ogni tanto, nel mondo dell’astrofisica, salta fuori qualcosa che fa alzare lo sguardo anche ai più scettici. Non parliamo della solita scoperta lontana anni luce o di un nuovo esopianeta “potenzialmente abitabile” — questa volta c’è un’attesa più palpabile, quasi elettrica. Gli osservatori sparsi in giro per il pianeta stanno calibrando i loro strumenti, mentre le ipotesi si rincorrono nei corridoi delle università.
C’è un fermento che non si vedeva da tempo. Un po’ come quando si aspetta un’eclissi totale o un evento raro che capita una volta nella vita — o forse neanche. La comunità scientifica è in allerta, con un misto di curiosità e cautela, pronta a cogliere ogni segnale, anche il più minuscolo, che arrivi da un angolo remoto dello spazio.
È curioso pensare che, con tutta la tecnologia a disposizione, stiamo ancora inseguendo fenomeni che potrebbero riscrivere le regole del gioco. Eppure è così. In fondo, lo spazio resta un gigantesco punto interrogativo. E in mezzo a questo mistero, ci sono cose che sfuggono anche alla logica, che resistono a ogni tentativo di spiegazione.
Un dettaglio, una traccia, un’anomalia. A volte è tutto ciò che serve per riaccendere le domande. E in questo caso, c’è qualcosa che ha fatto drizzare le antenne a più di un ricercatore. Nessuno vuole sbilanciarsi troppo, ma — ecco — diciamo che si respira un certo senso d’urgenza.
Il mistero che sfida la fisica
Tutta questa agitazione ha un nome: un buco nero primordiale, una di quelle cose che sembrano uscite da un manuale di fantascienza. Ma no, stavolta è roba seria. Come riporta Express, secondo i ricercatori dell’Università del Massachusetts Amherst, ci sarebbe una probabilità altissima — il 90%! — che questo oggetto esploda entro il 2035. Sì, hai letto bene. Esploda.
Michael Baker, il fisico che guida lo studio, ha messo subito le mani avanti: “Non stiamo dicendo che succederà di sicuro, ma le possibilità sono concrete”. Dietro questa previsione, c’è tutta una teoria che parte da lontano, dai lavori di Stephen Hawking negli anni ’70. La radiazione di Hawking, teorizzata allora, potrebbe finalmente diventare qualcosa di osservabile. Finalmente, non solo formule su carta. E qui viene il bello.
Una possibile esplosione fuori da ogni schema
Se davvero dovesse verificarsi un’esplosione del genere, si libererebbero particelle fondamentali, alcune delle quali non sono mai state osservate prima. Sarebbe, come dire, uno spettacolo mai visto. E non solo per gli appassionati: stiamo parlando di una svolta epocale per la fisica teorica.
I telescopi sono già pronti e in attesa. L’esplosione, se ci sarà, non sarà visibile a occhio nudo — purtroppo — ma gli strumenti per rilevarla ci sono eccome. “Se accade davvero, dobbiamo essere pronti a catturare ogni singolo dato”, ha detto ancora Baker.