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Luna, ormai è certo | Pronta la base da costruire sul nostro satellite: entro 4 anni andremo ad abitarci

Illustrazione di una base lunare (Canva FOTO) - aerospacecue.it

Illustrazione di una base lunare (Canva FOTO) - aerospacecue.it

Sul nostro satellite tra poco tempo verranno costruite delle basi abitabili. E ciò potrebbe accadere entro i prossimi 4 anni.

Negli ultimi anni la Luna è tornata al centro della ricerca scientifica. Dopo decenni di silenzio, agenzie spaziali e università di tutto il mondo hanno ripreso a studiarla con nuovi strumenti, più precisi e ambiziosi.

L’interesse non riguarda solo la superficie visibile, ma anche ciò che si nasconde sotto di essa. I ricercatori stanno analizzando la composizione del suolo, i depositi di ghiaccio e i minerali rari per capire meglio l’origine e l’evoluzione del nostro satellite naturale.

Le sonde orbitali e i lander robotici stanno fornendo immagini e dati ad altissima risoluzione, utili per mappare crateri, cavità e antichi flussi lavici. Ogni dettaglio aggiunge un tassello alla storia geologica della Luna e, indirettamente, a quella della Terra.

Questi studi hanno anche un valore più ampio: comprendere la Luna significa capire il passato del Sistema Solare. Ogni campione di polvere lunare è come una capsula del tempo, capace di raccontare com’era lo spazio miliardi di anni fa.

Una missione molto importante

Quando si pensa al futuro dell’esplorazione spaziale, la mente corre subito a razzi scintillanti, tute bianche e paesaggi lunari da film di fantascienza. Eppure, dietro quel fascino da sogno, c’è un elemento molto più concreto e, forse, meno spettacolare: l’energia. Senza una fonte stabile e continua di elettricità, nessuna base o laboratorio potrebbe sopravvivere nemmeno per pochi giorni sulla superficie lunare. E qui entra in gioco una tecnologia che molti non associano al futuro, ma che in realtà potrebbe diventare la chiave di tutto: il nucleare.

Negli ultimi anni, le agenzie spaziali di mezzo mondo, hanno ripreso a discutere di basi lunari permanenti. Il punto non è tanto come arrivarci, ma come mantenerle operative in un ambiente dove la notte dura due settimane terrestri e il Sole scompare per giorni interi. I pannelli solari, da soli, non bastano: servono sistemi capaci di garantire energia costante anche nel buio più profondo. Ed è proprio in questa sfida che molti scienziati, come il cosmologo Tim Gregory, vedono nel nucleare la risposta più logica e, paradossalmente, la più pulita.

Illustrazione di un rover sulla Luna (Shutterstock foto) - aerospacecue.it
Illustrazione di un rover sulla Luna (Shutterstock foto) – aerospacecue.it

Qualche dettaglio in più

Come riportato su Express, la NASA punta a installare un piccolo reattore nucleare sulla Luna entro il 2030. L’idea sembra audace, ma Gregory la considera non solo plausibile, bensì inevitabile. Il motivo è semplice: il nucleare è compatto, affidabile e ha un’impronta ambientale sorprendentemente ridotta.

Produce la stessa quantità di carbonio dell’energia eolica e utilizza meno risorse di qualsiasi altra tecnologia. In più, rispetto ai combustibili fossili, è immensamente più sicuro.  Anche il problema delle scorie, spesso demonizzato, è più gestibile di quanto si pensi. Gregory, come riportato su Express, cita l’esempio della Finlandia, che ha già sviluppato un sistema di stoccaggio geologico capace di rendere innocuo il materiale radioattivo in poche ere geologiche.